The Last Desert, Antarctica 2010

13/11/10 Borgo – Roma

Partenza travagliata: la lavatrice si rompe poco prima di partire, a Caselle, in aeroporto, Claudia cade e si taglia il labbro…

Ci incontriamo con Marco e, sbarcati a Roma con Raf.

Continua la sfiga con l’aereo in ritardo di alcune ore: ci trasferiscono in un hotel di Ostia in attesa che sia pronto a partire… cominciamo bene!

Partiamo con tre borsoni (totale 35 kg) e due bagagli a mano: oltre al materiale per la gara ci portiamo il necessario per proseguire il viaggio in Patagonia.

14/11/10 Roma – Ushuaia

Finalmente, in piena notte, partiamo per Buenos Aires dove atterriamo alle 13.

Cerchiamo il nostro volo nazionale per Ushuaia dove infine arriviamo alle 16 –ora locale.

I bagagli ci sono, non ci rimane che dirigerci in hotel e cercare di rimetterci in sesto!

Ushuaia è carina, proprio come ci si aspetti che sia una città “alla fine del mondo”… verde (è primavera), con alte montagne innevate subito alle spalle e affacciata su una specie di fiordo.

Tutte le case sono basse e coloratissime.

15/11/10 Ushuaia

Colazione a buffet alle 8,20 poi facciamo una corsetta bella e tranquilla tutti insieme e incontriamo anche Paolo Barghini (il favorito dopo Ryan).

Ci diamo appuntamento per andare a visitare il Parco Naturale subito fuori dal paese.

Compriamo la Lonely dell’Antartide in una bella libreria, un po’ di pane e via per la gita.

Siamo fortunati ed esce anche il sole: ammiriamo parecchi uccelli e i boschi di Notofagus (faggio della Patagonia).

La temperatura è buona e il vento fresco, colori magnifici con muffe di tutti i tipi e colori, da cartolina!

Ci facciamo riportare in hotel verso le 17,30 cena alle 19,30 e incontriamo Miriana e Maria Luisa.

Stasera si mangia granchio, specialità del posto. Buono.

16/11/10 Ushuaia

Colazione, solita corsettina tutti e sette. Dopo un po’ di compere e ritrovo per pranzo alle 13.

Pomeriggio libero, acquistiamo un po’ di cibarie come “scorta” per la nave, la città nel frattempo si è animata, molto probabilmente sono arrivate delle comitive.

17/11/10 Ushuaia – Canale Beagle

Colazione e preparazione per l’imbarco.

Ci svegliamo con il sole, passeggiamo sotto la pioggia che si trasforma in neve e poi in grandine. Mangiamo un boccone tutti insieme, poi andiamo al punto d’incontro.

Ritrovo i compagni degli scorsi anni, l’ambiente è più familiare rispetto alle altre gare: siamo circa in 60 concorrenti.

Compiliamo un po’ di fogli, comunicazioni varie –ho il pettorale 20-  infine verso le 16 andiamo al porto verso la nave “Antarctic dreams”.

La nave è storta, pende da un lato, mi sembra vecchiotta ma l’equipaggio sembra simpatico. Ci assegnano la cabina 237 in piena poppa.

Iniziamo la nostra navigazione con una lauta merenda (bene!), poi con una dimostrazione di cosa fare in caso di emergenza e le regole basilari della nave (sempre una mano libera per tenersi!).

E’ un po’ inquietante vedere che tutte le sedie sono incatenate al pavimento!

Alle 20 aperitivo poi controllo materiale e cena alle 22,30.

Certo che sta nave pende da un lato!

18/11/10 Canale Beagle – Passaggio Drake

Primo giorno di navigazione, mare relativamente calmo ma la nave balla.

Fino adesso ho provato a non mettere il cerotto antinausea ma non resisto più.

E’ sicuramente peggio passare il viaggio a vomitare che non un po’ di scopolamina.

I pranzi sono buoni, i camerieri bravissimi a camminare con i vassoi in mano come equilibristi, sembra di essere sulle montagne russe.

La nostra cabina è rumorosissima, proprio sopra l’elica, mi sento come Novecento del film “Il pianista sull’oceano” cullato sull’amaca in sala macchine.

Notte difficile e giorno ancora di più!

Guardiamo un documentario sugli uccelli e poi uno sui cetacei, il resto scorre lento.

Siamo un po’ tutti tesi anche perché si fa mistero sulle tappe… chissà poi perché!

Va bene qualsiasi cosa basta poter scendere a terra e muoversi!

19/11/10 Passaggio Drake

Ci svegliamo un po’ più riposati, i tappi hanno fatto effetto. La nave balla sempre, cielo variabile.

Navighiamo tutto il giorno in direzione King George Island con il mare che va aumentando dato che avvicinandoci a terra il fondale diminuisce.

Passo parecchio tempo sul ponte comando, dato che è di libero accesso, curiosando il lavoro del comandante e dell’ufficiale di rotta.

Alla sera tutti un po’ tesi nell’attesa del briefing: in teoria si partirà alle 6 e, su un circuito di una quindicina di chilometri, si correrà fino alle 21 tempo permettendo!

20/11/10 King George Island (Shetland)

Mare agitato, la sveglia dalle 3,30 è posticipata alle 6 e riusciamo a sbarcare solo alle 11,30. Si parte per la prima tappa.

Ogni anello è di 15 km circa, nel tratto in cui si attraversa la base scientifica siamo obbligati a camminare.

Parto tranquillo insieme a Marco, bisogna prenderla con calma visto il tipo di percorso, per fortuna ho l’ipod!

Un po’ invidio Cla che invece se ne va in giro a fare foto insieme agli altri accompagnatori e possono curiosare nella base scientifica… mi sento stupido a correre in tondo come un pinguino!

Il ritmo è un po’ lento, allungo e cerco di seguire le mie sensazioni… non sono veloce ma, sicuramente, il terreno “difficile” mi piace: fango, neve molle sono situazioni a cui sono abbastanza abituato e so come muovermi.

La cosa bella del circuito è che continuiamo ad incrociarci, sia con i più lenti che con i più veloci.

Dopo un paio d’ore mi ritrovo quarto: davanti a me Ryan (ma è un altro pianeta!), Paolo e Evans.

Approfitto dell’acqua calda a disposizione al check point per farmi un tè… lo condivido con Paolo che mi offre dei biscotti… sembra di essere di pomeriggio al bar, non a correre in Antartide!

Alla fine passiamo Evans e ci troviamo soli dietro Ryan. Ormai corriamo insieme: Paolo tira nei pezzi più corribili e veloci, io tiro nei pezzi “sporchi”.

La tappa termina alle 21.00: a quell’ora vengono contati i giri completati: nel caso mancassero anche poche centinaia di metri si perde tutto il giro, quindi dobbiamo valutare bene se vale la pena tirare per fare un ultimo giro o meno.

Sono le 19,15, in teoria dovremmo farcela quindi proseguiamo e, infatti, arriviamo ampiamente entro le 21.

“Purtroppo” terminano il giro anche i due nostri inseguitori: anche se arrivano 20’ dopo di noi ci ritroviamo tutti pari merito (conta solo la distanza e non il tempo).

Vabbè sono comunque soddisfatto, sono partito senza alcuna velleità se non quella di terminare la gara e-al limite- arrivare nei primi dieci ed ora mi ritrovo nei primi cinque!

Sono quasi tutti rientrati sulla nave, Paolo ed io siamo gli ultimi… un po’ cotti ceniamo alle 22 e al briefing annunciano la partenza di domani di nuovo alle 6 con colazione alle 4. Si va a nanna.

Location: 62°02′S /58°21′W_

Km 72,50

21/11/10 King George Island (Shetland)

Annunciano che il mare non permette di sbarcare quindi sveglia spostata alle 6.

L’organizzazione è molto insistente quindi, nonostante i pareri negativi dell’equipaggio sul meteo, alle 9,30 sbarchiamo.

Ho le gambe durissime, non so come fare a correre come, anzi, più di ieri.

Magari dopo un po’ mi scaldo… mah!

Viene in mio aiuto il meteo… non terminiamo il primo giro che la gara viene interrotta per una tempesta in arrivo… imbarco immediato sotto la neve!

Pranziamo in nave mentre fuori nevica alla grande… dopopranzo gira voce che nel pomeriggio si sbarca per correre: ma sono fuori?

Ci siamo appena lavati, asciugati e abbiamo mangiato e ci fanno uscire per correre?

Per fortuna non se ne fa nulla e lasciamo la baia alle 18: mare aperto (e mosso) verso Deception Island sperando di iniziare a vedere un po’ d’Antartide “selvaggia” (qui c’era addirittura il segnale del telefono!).

A cena c’è poca gente forse per il mare nuovamente mosso, forse per la tappa di domani.

Noi ceniamo anche se un po’ patisco, alle 21,30 nanna.

Km 9

22/11/10 Deception Island

Dopo una breve e “cullata” notte, i nostri occhi si aprono in questa meravigliosa baia dei balenieri: veramente incantevole.

Colazione alle 4, fuori nevica.

Sbarchiamo alle 5 e alle 6 inizia la gara, sotto la neve.

Con questo circuito si tocca veramente il fondo: anello di 3 km circa lungo la spiaggia e su un colletto sopra… a pensare di girare qui per dodici ore mi viene male!

In compenso Deception Island è un posto magnifico: una baia all’interno dell’isola (praticamente ci troviamo nel cratere del vulcano), spiaggia nera di sabbia vulcanica, neve fresca, pinguini e foche.

Purtroppo sento troppa pressione su di me: non posso partire subito forte, mi conosco… è un terno al lotto: se il tempo tiene e non interrompono prima ho il ritmo giusto per correre tutte le 12 ore ma se per caso viene interrotta la gara era meglio andare più veloci…

Pazienza e calma, questo sarà il segreto per la tappa di oggi… non devo farmi condizionare da quelli che mi superano o dai primi che in poco prendono due giri di vantaggio.

La tecnica direi che funziona: nel frattempo è uscito il sole e fa quasi caldo, chi è partito a mille si è fermato al check point per mangiare o riposarsi e si è “calmato”.

Mi ritrovo di nuovo terzo dopo Ryan e Paolo, si tratta di mantenere il posto, solo più questione di testa.

Cla fa il tifo e ci segue per alcuni tratti ma non voglio farmi aiutare più di tanto per non rischiare eventuali penalità… come dice Paolo sicuramente a questi rode avere due italiani sul podio e faranno di tutto per farci fuori.

Nel pomeriggio il tempo peggiora e viene comunicato l’anticipo della fine gara: ne ho ancora per aumentare e tenere il terzo posto, però quando finiamo crollo, non ce la faccio più!

Rientro sulla nave sotto la neve e con meteo pessimo: devono zavorrare le prue dei gommoni per evitare che siano alzati dal vento!

In cabina non riesco a togliermi il freddo e fatico a muovermi… mi consolo pensando che siamo tutti nelle stesse condizioni.

Purtroppo scopriamo che sono a pari merito con l’americano: probabilmente non si sono accorti che si è fermato a mangiare per un giro intero (addirittura si era cambiato e pensavamo si fosse ritirato!)…La sera siamo incazzati ed il nostro tavolo fa le rimostranze agli organizzatori…

Andiamo a letto un po’ così così.

Position at 62°58′37″S / 60°39′00″W

Km 80

23/11/10  Wiencke Island – Port Lockroy – Dorian Bay

Dopo un po’ di mare entriamo in un canale antartico meraviglioso, come per magia vediamo un gruppo di orche e una balena… le orche stanno cacciando i pinguini che, poverini, saltano davanti a loro.

Sotto la nave passa un’orca con un pinguino in bocca: spettacolare!

La nave si ferma per ammirare meglio gli animali e poi continuiamo in questo canale bianco e azzurro fino ad arrivare a Port Lockroi dove attracchiamo e si prepara per la gara… un circuito da 2 km, veramente ridicolo, comunque alle 14 si parte.

E’ l’ultima tappa, mi gioco la terza posizione… questa volta voglio partire subito davanti.

Parecchia neve fresca, si fatica addirittura a camminare, altro che correre.

Diventa anche un problema superare, cerco di stare quinto o sesto in modo da avere la neve un po’ battuta ma non essere troppo lontano dai primi.

Dopo un giro è già meglio, grazie ai bastoncini riesco a corricchiare e parto… voglio distaccare per bene Evans e prendere un giro di vantaggio “a scanso di equivoci”.

E’ il mio terreno, sono leggero ed ho abbastanza esperienza per sapere dove mettere i piedi, il problema è solo superare chi cammina.

Finalmente doppio Evans, dopo un po’ doppio anche Paolo… si corre un po’ assieme poi mi dice di andare… sono sempre dietro Ryan, di sicuro la soddisfazione maggiore di tutta la gara!

Infine termina anche questa tappa, a Ryan lasciano fare ancora un giro mentre io sono fermato ma va bene così, il terzo posto è mio e, soprattutto, il quarto deserto!

Si risale in nave, cena alle 22,30 e nanna.

Ci informano che partiamo subito per evitare una tempesta in arrivo, speriamo di farcela!

Position at 64°48’S / 63°30’W

Km 32,20

Tot. km 193,70

24/11/10 Isole Shetland – Passaggio Drake

Nessuna sveglia quindi andiamo a fare colazione alle 8, c’è poca gente, la giornata inizia con il cielo azzurro e mare calmo.

Pian piano le onde aumentano ed il cielo si fa grigio, dopo colazione facciamo il bucato e cerchiamo di mettere a posto.

Scopriamo che non visiteremo più nulla ed andremo dritti verso Ushuaia perché è in arrivo una brutta tempesta per cui cercheremo di anticiparla: significa che ci toccano tre giorni di nave con chissà che mare!

Tre giorni in cui si starà coricati perché è impossibile muoversi e si cerca di arrivare a mangiare colazione, pranzo, merenda e cena… sarà lunga!

Paolo si lamenta con l’organizzazione che hanno intervistato Ryan (primo), lui (secondo) e e Evans (quarto) ma non io che sono terzo così dopo un po’ arriva Sam ad intervistarmi (visto il mio inglese ne avrei fatto anche a meno!)… apprezzo sempre più la sportività di Paolo.

25/11/10 Passaggio Drake

Mare forza 7 quasi 8, impossibile far nulla, la nave balla sulle onde, sembra di essere sul tappeto volante!

Sdraiati sul letto ci solleviamo ad ogni ondata e ricadiamo giù!

Tutti sostengono che la nostra piccola nave tiene bene il mare, certo muove tantissimo ed è piegata da un lato.

E’ bello però vedere come si muove bene fra le onde ed ogni volta che saliamo nel ponte di comando li vediamo tutti tranquilli.

26/11/10 Passaggio Drake – Canale Beagle – Ushuaia

Ci svegliamo per l’ultimo giorno di mare forza 7: evviva!

Alle 13 si avvista terra, il mare è sempre agitato ed il tempo cambia ogni minuto: sole poi nebbia, vento, tempesta… ci investe e passa in un attimo.

Forse è il tratto peggiore, non per niente ci troviamo a poche miglia da Capo Horn.

Alle 17 proiezione in anteprima delle foto e del filmato poi alle 18 premiazione.

Segue aperitivo e cena con asado e festeggiamenti vari con tutti i pregi e difetti.

Noi andiamo a nanna, all’orizzonte Ushuaia.

27/11/10 Ushuaia

Colazione poi si sbarca e ci salutiamo. Posiamo i bagagli in hotel e vaghiamo per Ushuaia: prima delle 9,30 è tutto chiuso, prendiamo un caffè aspettando che la lavanderia apra.

Alle 12 ci danno la camera: Cla va a fare una corsetta mentre io vado al museo con gli altri.

Alla sera ceniamo in un bel locale: “El botegon fuegino” dove mangiamo degli ottimi antipasti misti e poi in gelateria per gelato con dulce de leche.

28/11/10 Ushuaia

Sveglia alle 6 e corsetta.

Il paese sonnecchia ancora a parte qualche residuo del sabato sera: ci sono comunque più turisti di una decina di giorni fa.

Sto leggendo “Marinai perduti” di Izzo e direi che si adatta bene sia al viaggio in nave che a questo paese… scrive…”i loro sguardi erano tesi verso l’orizzonte dove muoiono i sogni e nascono le lacrime”.

Alle 10 con un taxi saliamo per andare a vedere il ghiacciaio. Camminiamo per un’ora sotto pioggia, vento e neve ma non lo troviamo!

Caffè al rifugio e poi di nuovo in hotel. Nel pomeriggio di nuovo “shopping in centro” e poi cena prenotata per mangiare il granchio alla trattoria “Marisquo” .

29/11/10 Ushuaia – El Calafate

Ultima mattinata insieme perché poi ci divideremo. Sono passati 17 giorni ed ognuno si ritrova con una propria esperienza.

Baci, abbracci e alle 10,45 rimaniamo soli pronti a partire per El Calafate e la seconda parte della nostra vacanza.

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